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Conto le mattonelle nella mia stanza

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Conto le mattonelle nella mia stanza

le mattonelle chiare e le marroni

perché altro non so vedere intorno

se non le ombre in moltitudine sui muri

e un fascio di luce quasi un faro a me dinanzi

 

penso alle cose che non si sono avverate

le imprese abbandonate le idee bruciate

per pigrizia o scarsa perseveranza

perché al traguardo ho smesso di lottare

o sulla roccia la fune m’è mancata

 

sogno la vita d’altri vissuta meglio

perché alla mia ho posto troppi freni

se non al difetto d’immaginar le mani colme

quando invece erano vuote

e di riempire abissi con i silenzi

e le carezze smarrite nel percorso

 

ed ora conto le ore che non dormo e che non amo

le ore che non penso e che non vivo

quando tra corpo e mente è solo guerra

e nessun vinto c’è né vincitore

E conto le volte che ancora piango

perché gioire sarebbe inutil fasto.

 

 

 

 Dedalus - 09/12/2020 00:09:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

A volte mi piace pensare che "La poesia è legata all’inconscio e l‘inconscio è il luogo della poesia”
come ha già detto qualcuno prima di me, ed io ho voluto riprendere questo detto proprio perchè leggendo e rileggendo i versi di questa lirica mi è venuto spontaneo pensare a quanto ciò corrisponda al vero. In quel contar le mattonelle e riflettere sulla propria vita fatta di privazioni e di assenze è presente tutto il dramma di un vissuto, un vissuto ripreso e di nuovo lasciato, forse per "pigrizia o scarsa perseveranza" . Quante fratture da ricomporre con rammendi o altro, in cerca di una propria unità intima. E poi tutto si acquieta nella chiusa in una rinuncia a perseverare nella ricerca ripensando a tutte le "volte che ancora piango/perché gioire sarebbe inutil fasto".



 Emanuela Lazzaro - 08/12/2020 20:25:00 [ leggi altri commenti di Emanuela Lazzaro » ]

Mi piace molto la chiusa del brano

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